domenica 19 dicembre 2010

THE BILLABONG GARDENS

Un altra giornata di relax nel parco accanto all ostello ha inizio. Oggi e domenica. Dopo una sostanziosa pasta al pesto, dimenticando il programma stabilito di andare al museo, l erba ed il silenzio di questo spazio verde ci hanno richiamati ancora una volta. Silenzio rotto solo dal rumore di un vento sonoro, che porta I capelli ad accarezzarti il viso e alza dal terreno le foglie cadute dagli alberi. Si unisce ad esso la musica di Galeb and the Seagull, che accerchiati dagli amici dell ostello, riscaldano ancora una volta gli animi di chi ascolta.
Mentre Goran inizia presto a darsi da fare per trovare un lavoro, io temporeggio attraverso magnifici parchi nazionali per le prime settimane, lasciandomi stupire dalle meraviglie naturali che si incontrano  a sole poche ore dai grattacieli di Sydney. Dopo un primo periodo di escursioni, feste e nuove amicizie mi rendo conto che il conto di Goran,che generosamente mi da’ l’ opportunita di partire pagando il mio primo mese di vita australiana, gia’ inizia a prosciugarsi. Tutti i miei risparmi si bruciano infatti nel solo biglietto d’aereo e nel visto di lavoro… Sentendomi un po’ una piccola sanguisuga egoista per non essermi data da fare per tempo, inizio la mia ricerca impegnata, trovando lavoro in pochi giorni in un piccolo bar vicino al mio alloggio: “Lou Jack’s Café”. L’ atmosfera e’ cordiale e familiare e, tralasciando un bicchiere rotto e qualche scena ridicola quando all’ inizio mi era quasi impossibile prendere le ordinazioni di piatti mai assaggiati dai nomi piu strani, il tutto si rivela piuttosto divertente, ed il mio nuovo, scintillante e vuoto conto in banca inizia ad ospitare qualche dollaro sudato personalmente. Goran trova lavoro in una cucina, e deve purtroppo scontrarsi con la dura realta’ del cibo locale. La passione di qualcuno che si stava immergendo nella fusione di sapori e profumi semplici, base della cucina italiana, si scontra con il business del cibo in Australia, in cui l’ immagine conta piu’ del gusto. Uova,pancetta,hamburger,avocado. Mischiate e combinate a volonta’ con pane in cassetta, senza salare le uova, ed ecco che avrete soddisfatto l’ australiano medio!! Si, e’ triste. Soprattutto per due fratelli cresciuti con un padre da un’immensa passione culinaria che li ha viziati con pasti da re per tutta la loro infanzia.

mercoledì 1 dicembre 2010

LET THE JOURNEY BEGIN!

Il viaggio ha inizio. Temporeggiamo nell’aeroporto di Bandar Seri Begawan, da qualche parte nella Malaysia, in attesa dell’ultimo volo alla volta della terra dei canguri.
Sette mesi ignoti ci separano dal nostro ritorno, e tanta e’ la voglia di scoprire. Di scoprire chi, cosa, ma soprattutto DOVE. Trieste poco ancora aveva da offrirci per il momento, vedremo invece di quale bagaglio ci fornira’ quest’ esperienza australiana oltre ad uno zaino piu’ alto di me.
Approdati a Brisbane, attraversiamo una strana e non molto positiva prima settimana. Sara’ che siamo scompensati dal cambiamento del fuso, sara’ che l’ostello in cui capitiamo e’ troppo grande e poco amichevole, o sara’ che mentre sognavamo sole e meraviglie il primo impatto con il paese e’ una citta’ piena di grattacieli, in cui il cielo e’ coperto e non un raggio di sole si fa vedere.  Con un treno di 14ore ci rechiamo poi a Sydney, dove jack Johnson attende il suo pubblico nei Giardini Botanici per un’impeccabile performance nella notte del 12 dicembre. Quale umore piu’ giusto di quello che solo la serenita’ dei suoi testi puo’ infondere, per dare inizio al nostro viaggio?
Scegliamo di alloggiare nei Billabong Gardens, un ostello che ci ospita per tutto il nostro mese e mezzo nella citta. Lascera' in me molti ricordi e prime impressioni positive. Una caldissima accoglienza in una piccola oasi di tranquillita' ed amicizia da' inizio alla mia nuova vita agli antipodi. Infinite sono le persone che ricordero' di questo posto..ed ognuna di loro ha in poco tempo contribuito a colmare i piccoli vuoti che la monotonia di Trieste aveva formato in me. Ognuna di loro mi ha insegnato qualcosa, e forse anch'io ho insegnato loro qualcos'altro. Rappresentano il primo gruppo di viaggiatori con cui ho avuto a che fare in questo paese; rappresentano di conseguenza anche il primo momento in cui ho iniziato a vedere concretamente che il mondo e' uno. Che la distanza tra i nostri paesi e le diversita' culturali non significano niente. Le persone sono meravigliosamente tutte uguali.