sabato 28 maggio 2011

ON THE ROAD to the centre!

Plans change fast, when you're travelling with no plans.

Decido di partire lungo la west coast con Paul ed una ragazza austriaca, Martina. La partenza e' fissata al 10 di giugno, ma non mi va di temporeggiare a darwin per altre due settimane. Che fare? Perche' non una bella scampagnata di 2000km verso il misterioso centro del paese?
Cercando, parlando e setacciando la rete in cerca di passaggi trovo due ragazze francesi che mi accolgono animatamente nella loro ford Falcon, Maurice, in un intrepido viaggio verso le meraviglie che circondano Alice Springs. Le incontro giovedi' sera ai mercatini di Darwin, realizziamo d'avere comuni interessi di viaggio ed e' cosi' che l'indomani parto insieme a Marlene ed Anais, o meglio "Les deux Mauricettes", come amano farsi chiamare.
Poche ore bastano ed entriamo in perfetta sintonia. Sdraiata per ore sul sedile posteriore dell'auto mi trovo sovrastata dalle cianfrusaglie di due ragazze in viaggio sulla strada da ormai 8 mesi e non posso fare a meno di notare l'enorme varieta' d'oggetti superflui che si portano dietro: e' la prima volta che viaggio con altre ragazze. Mi tocca ammetterlo, ma la cosa mi fa sorridere, e mentre mi diverto a sentirle cantare melodrammatiche canzoni francesi a squarciagola, approfitto per richiamare alla mente le mie conoscenze della lingua francese, e cerco di sgranchirmi le gambe come meglio posso nel poco spazio a disposizione.

domenica 22 maggio 2011

CHILLING IN DARWIN...


Sabato sera verso le 8pm abbiamo raggiunto la meta, mentre l auto correva impaziente lungo il buio asfalto, circondata da un tramonto rosa ed arancione. L'autoradio trasmetteva una canzone dei Police, mentre sognavo e godevo di quel momento, cosi a lungo inseguito da non riuscire a credere di viverlo.
Una settimana e’ invece ora gia’ trascorsa.
La sera del mio arrivo saluto con poco calore il mio antipatico compare di viaggio, che meno male ho avuto a fianco per tre giorni soli, gli lascio qualche soldo per la benzina, e decido di concedermi il lusso di vivere in ostello per il mio soggiorno darwiniano; scelgo il piu’ economico, che tuttavia subito mi accoglie a braccia aperte con la sua atmosfera elettrizzante, affollata, un po pigra e molto amichevole. Mentre scambio tipiche informazioni con un po di sconosciuti su chi sono, da dove vengo e cosa ci faccio in cima all´Australia, vedo arrivare il mio vecchio compagno di viaggio Paul. Entrambi notiamo d'avere un aspetto molto piu' selvatico, i capelli crescono, i vestiti si sgualciscono..e stappando una bottiglia di economico vino rosso come ai vecchi tempi, ci aggiorniamo dei mesi appena trascorsi, scambiando aneddoti e storie di viaggio accompagnati da grasse risate.
Nei primi giorni mi dedico a camminare attraverso la citta’ in lungo ed in largo, e a rilassarmi sulla sua bellissima spiaggia impegnandomi a non farmi ingannare e richiamare da un mare piatto ed invitante, che contiene in realta’ meduse mortali e coccodrilli d acqua salata. Ogni mattina prendo in prestito la bici di un ragazzo italiano e pedalo fino ad un grande lago, dove mi fermo ad ascoltare il vento e a guardare le paperelle zampettare tranquille. Nessuno intorno a me.  La domenica ed il giovedi mi reco ai Mindil  beach sunset markets, mercatini sulla spiaggia al tramonto che offrono gli oggetti e le performance piu' strampalate…vecchi pescatori cercano di convincermi di aver trovato il dente piu grande del mondo, proveniente da chissa quale estinto enorme mammifero marino, un ragazzino alto 1metro balla sulle note di Michael Jackson con tanto di guanto, cappello e grande precisione di passi, e un paio di artisti di strada piu’ avanti fanno urlare la folla mentre giocano lanciando in aria mazze e fruste infuocate. Verso sera ha inizio un drum'n'bass all'insegna dei didgeridoo, e tantissimi aborigeni prendono possesso della scena ballando e trascinando le persone a scatenarsi con loro.
Ieri sera temporeggiavo nel verde parco di fronte all’ostello con tanta gente da tutto il mondo, chitarre, ukulele, shakers, un po’ d’alcool e quant’altro, quando un australiano ubriachello giunge con troppa arroganza ed un ego troppo grande a disturbare l’armonia del momento. Pur essendo stato accolto a malavoglia si mette a parlare senza dare spazio agli altri, inizia a raccontare della sua passione per il teatro, ed in qualche modo inspiegabile in poco tempo ci cattura, e ci ritroviamo tutti a pendere dalle sue labbra fino alle 4.30 del mattino mentre ascoltiamo racconti irriverenti e ci rotoliamo nell erba per il troppo ridere. La sfacciataggine e l’ironia intrinseche nella persona si rivelano dunque essere delle carte vincenti, e le sue doti da attore decisamente provate. Alle 7.30 oggi ero in piedi, pronta ad affrontare una giornata di esplorazioni all’interno del Litchfield National Park, a 150km circa dalla citta’. Prendiamo in prestito il furgoncino di Paul, che resta in citta’ a lavorare, e ci avventuriamo avvistando un ragno grande quanto la mia mano, ed enormi nidi di termiti.
Tra le innumerevoli cascate e sorgenti naturali ne troviamo una in cui e’ possibile nuotare poiche’ dichiarata priva di coccodrilli o altre fonti di morte assicurata; faccio una nuotata, esploro un po’ il fondale ed I suoi pesci, mi arrampico su delle rocce, raggiungo la sommita’ della cascata, e mentre mi lancio a braccia aperte, senza guardare giu’, penso a quanto sia speciale e sempre piu' stupefacente questa vita itinerante.

sabato 14 maggio 2011

approaching the Top End

 Si comincia. Un paio di giorni, e approssimativamente 2500 km da percorrere .
Partiti mercoledi verso le 5 di pomeriggio  abbiamo guidato fino a Charters Towers, dove ci siamo fermati per la notte. Ripartiti la mattina presto, giungiamo a Mt. Isa al calar del sole, e dopo un rapido giretto l indomani ricominciamo a guidare, ma carichiamo in macchina uno speranzoso autostoppista, Canario, un giramondo proveniente dalle Isole Canarie, che scopro di aver gia incontrato a Byron Bay. Viaggia da chissa quanti anni e si guadagna da vivere intessendo braccialetti. Coraggio e curiosita` o pura pigrizia? Mah, darei a lui il compito di domandarselo. Con un nuovo passeggero proseguiamo, approcciandoci ai 1500 km restanti.
 Nei momenti in cui la strada che infinita si estendeva di fronte al parabrezza iniziava a stancare la vista,la mente ed il corpo, immobile per ore, qualcos´altro cominciava a pervadere I miei pensieri, catturando la mia completa attenzione. Proprio quando la visione di un´incredibile uniformita` di paesaggio prendeva possesso delle mie aspettative, I contorni di esso iniziavano a sfumare. Mentre l`automobile correva veloce sul grigio asfalto, la vegetazione ed il verde quadro che per chilometri mi aveva incorniciata prendeva infatti a mutare. Gli alberi si diradavano, I cespugli si facevano piu` rari, l erba lentamente scompariva mostrandomi piu terra, finche anch essa iniziava piano a sfumare I suoi colori. Falchi e grandi uccelli rapaci si facevano trasportare dalle correnti aeree altissimi nel cielo turchese ed I cartelli stradali si facevano sempre meno frequenti, mentre la terra si tingeva di ocra, come per magia. Incredibile come la lentezza del processo non spenga la grandezza dello stupore provocato dalla visione di un colore cosi unico, steso a tinta unita tutto intorno; nonostante la gradualita` del cambiamento, qualcosa mi faceva credere di essere appena stata capultata all´ interno di un nuovo ambiente, come fossi il soggetto di un quadro dipinto da un pittore indeciso, che all´ultimo momento decide di passare una pennellata di un rosso surreale sullo sfondo alle mie spalle. Una rossa polvere ha iniziato cosi a colorare le scarpe, l´automobile e ad entrare nei finestrini aperti alla calda aria immobile che dall´esterno si percepiva.
Giunto il tramonto ci fermiamo in una piccola area di sosta poco piu a nord di “Three ways”, l´incrocio delle rotte tra Queensland e Northern Territory, dove pianto la mia tenda e mi siedo a chiacchierare con un po di persone li incontrate, con grande stupore: vi e´ nell´ aria una grande cordialita´ ed una particolare confidenza, probabilmente portate dalla consapevolezza diffusa d´essere le uniche persone presenti  nell´arco di migliaia di chilometri.L´ eta´ non ha piu´ alcuna importanza. Ho l´occasione di confrontarmi con una famiglia di australiani che da un anno viaggiavano attraverso il paese con un camper e tre figli al seguito, e mi trovo a dover aiutare la madre a svolgere I compiti scolastici del figlio piu´ piccolo, al quale viene chiesto di riempire una cartina muta del mondo con I rispettivi nomi dei paesi. Dopo un attimo di titubanza , mi rendo conto che nemmeno la madre aveva alcuna idea di dove fossero paesi come Finlandia, Polonia, o addirittura la Grecia, che confusa con la Spagna. Erano una famiglia davvero adorabile, gentilissimi e molto umani, ma anche un gran bell´ esempio, utile a confermare l opinione che in questi mesi e´ cresciuta in me a proposito della maggioranza della popolazione australiana: il mondo  e´ la loro isola, tutto il resto e´ qualcosa che chiamano europa senza sapere dove stia o come sia suddivisa, insieme ad altri ammassi di terra chiamati continenti. Il tutto sta INTORNO alla loro isola, centro del pianeta.
Oltre all´ allegra famigliola mi diverto a scherzare con due donne neozelandesi in viaggio verso il matrimonio di qualche cugina, che emozionate all´ idea di un po´ d´ avventura dopo lunghi anni in cui svolgevano il loro ruolo di nonne avevano deciso di ubriacarsi pesantemente, suscitando in me una marea di risate sincere mentre barcollavano sghignazzando intorno al focolare. Nonostante le estreme differenze nello scopo del nostro viaggiare, ci si sente vicini ed amici, ognuno porta con se´ una diversa storia da raccontare, ed ognuno ha modo di condividere gli imprevisti o le meraviglie del percorso, sapendo d essere compreso, ascoltato e capito.

“ Red dust.
6.50 am.
The first little bird just started singing behind my tent, the sun is about to rise, red,red dust is everywhere and Darwin´s getting closer.
Mi sembra assurdo ed al contempo fantastico che mi trovi finalmente qui, a campeggiare nel deserto, dopo tutto il tempo passato ad immaginare questo momento. Ad aspettare di inoltrarmi in questa rossa polvere che  t invade dappertutto. It feels good.. “



giovedì 12 maggio 2011


Passata una notte a Mackay, prendo un altro bus e vado verso Townsville; quasi tutti vi passano per raggiungere Darwin. Dopo un paio d´ore ricevo un messaggio di risposta al mio annuncio su internet, da un ragazzo Tedesco che si offre di portarmici, condividendo le spese per la benzina. Cosa fare? Cosa non fare? Ci bevo un caffe, decido che e` a posto, e partiamo verso il nulla eterno, mentre dentro di me cerco di fare un po di conti e realizzo di aver incontrato molte piu persone tedesche che non australiane. Purtroppo o per fortuna tra gli itineranti sono molto piu numerosi dei locali.. 

lunedì 9 maggio 2011

Leaving Emerald

Una nota sul mio diario di viaggio, datata 2 maggio, recita queste parole:  “Fisso la mia enorme mappa dell´Australia per ore, sedendo su questo freddo pavimento inospitale, immaginando il tratto nero che traccerò con il mio pennarello quando avrò battuto la strada fino a Darwin”. leggendole ricordo I difficili momenti ad Emerald quando negli ultimi giorni cercavo pazzamente di trovare una soluzione ed una via d´uscita da quel posto senza dover per forza prendere un aereo.
“ Crazy planning.  
È dagli ultimi quattro o cinque  giorni che sto lavorando più di tredici ore giornaliere. Pulizie la mattina, turni da cameriera a pranzo e cena, e dietro al bar quando la cucina chiude. Per un paio di giorni mi sono riuscita a intrufolare in cucina improvvisandomi pizzaiola nel cercare di far vedere agli australiani come si fa, ma ho rinunciato subito dopo aver visto la considerevole quantità di “barbeque sauce” che mi facevano spalmare sulla pizza anche dopo aver cercato di renderla decente con un paio di Verdi foglioline di basilico. Tuttavia me ne importa assai poco poiche era oggi il mio ultimo turno di lavoro. E´notte, e tardi, dormiro per l ultima volta nella mia casetta ad Emerald, nel mio grande letto ad una piazza e mezza. In un paio d ore mi dovro svegliare, rimettere insieme lo zaino e con la mia torcia pedalare fino alla stazione. Li un bus mi aspettera fino alle 5.45 per portarmi a Mackay, e lasciare questo posto per sempre. Goodbye Emerald.”