Si comincia. Un paio di giorni, e approssimativamente 2500 km da percorrere .
Partiti mercoledi verso le 5 di pomeriggio abbiamo guidato fino a Charters Towers, dove ci siamo fermati per la notte. Ripartiti la mattina presto, giungiamo a Mt. Isa al calar del sole, e dopo un rapido giretto l indomani ricominciamo a guidare, ma carichiamo in macchina uno speranzoso autostoppista, Canario, un giramondo proveniente dalle Isole Canarie, che scopro di aver gia incontrato a Byron Bay. Viaggia da chissa quanti anni e si guadagna da vivere intessendo braccialetti. Coraggio e curiosita` o pura pigrizia? Mah, darei a lui il compito di domandarselo. Con un nuovo passeggero proseguiamo, approcciandoci ai 1500 km restanti.
Nei momenti in cui la strada che infinita si estendeva di fronte al parabrezza iniziava a stancare la vista,la mente ed il corpo, immobile per ore, qualcos´altro cominciava a pervadere I miei pensieri, catturando la mia completa attenzione. Proprio quando la visione di un´incredibile uniformita` di paesaggio prendeva possesso delle mie aspettative, I contorni di esso iniziavano a sfumare. Mentre l`automobile correva veloce sul grigio asfalto, la vegetazione ed il verde quadro che per chilometri mi aveva incorniciata prendeva infatti a mutare. Gli alberi si diradavano, I cespugli si facevano piu` rari, l erba lentamente scompariva mostrandomi piu terra, finche anch essa iniziava piano a sfumare I suoi colori. Falchi e grandi uccelli rapaci si facevano trasportare dalle correnti aeree altissimi nel cielo turchese ed I cartelli stradali si facevano sempre meno frequenti, mentre la terra si tingeva di ocra, come per magia. Incredibile come la lentezza del processo non spenga la grandezza dello stupore provocato dalla visione di un colore cosi unico, steso a tinta unita tutto intorno; nonostante la gradualita` del cambiamento, qualcosa mi faceva credere di essere appena stata capultata all´ interno di un nuovo ambiente, come fossi il soggetto di un quadro dipinto da un pittore indeciso, che all´ultimo momento decide di passare una pennellata di un rosso surreale sullo sfondo alle mie spalle. Una rossa polvere ha iniziato cosi a colorare le scarpe, l´automobile e ad entrare nei finestrini aperti alla calda aria immobile che dall´esterno si percepiva.
Giunto il tramonto ci fermiamo in una piccola area di sosta poco piu a nord di “Three ways”, l´incrocio delle rotte tra Queensland e Northern Territory, dove pianto la mia tenda e mi siedo a chiacchierare con un po di persone li incontrate, con grande stupore: vi e´ nell´ aria una grande cordialita´ ed una particolare confidenza, probabilmente portate dalla consapevolezza diffusa d´essere le uniche persone presenti nell´arco di migliaia di chilometri.L´ eta´ non ha piu´ alcuna importanza. Ho l´occasione di confrontarmi con una famiglia di australiani che da un anno viaggiavano attraverso il paese con un camper e tre figli al seguito, e mi trovo a dover aiutare la madre a svolgere I compiti scolastici del figlio piu´ piccolo, al quale viene chiesto di riempire una cartina muta del mondo con I rispettivi nomi dei paesi. Dopo un attimo di titubanza , mi rendo conto che nemmeno la madre aveva alcuna idea di dove fossero paesi come Finlandia, Polonia, o addirittura la Grecia, che confusa con la Spagna. Erano una famiglia davvero adorabile, gentilissimi e molto umani, ma anche un gran bell´ esempio, utile a confermare l opinione che in questi mesi e´ cresciuta in me a proposito della maggioranza della popolazione australiana: il mondo e´ la loro isola, tutto il resto e´ qualcosa che chiamano europa senza sapere dove stia o come sia suddivisa, insieme ad altri ammassi di terra chiamati continenti. Il tutto sta INTORNO alla loro isola, centro del pianeta.
Oltre all´ allegra famigliola mi diverto a scherzare con due donne neozelandesi in viaggio verso il matrimonio di qualche cugina, che emozionate all´ idea di un po´ d´ avventura dopo lunghi anni in cui svolgevano il loro ruolo di nonne avevano deciso di ubriacarsi pesantemente, suscitando in me una marea di risate sincere mentre barcollavano sghignazzando intorno al focolare. Nonostante le estreme differenze nello scopo del nostro viaggiare, ci si sente vicini ed amici, ognuno porta con se´ una diversa storia da raccontare, ed ognuno ha modo di condividere gli imprevisti o le meraviglie del percorso, sapendo d essere compreso, ascoltato e capito.
“ Red dust.
6.50 am.
The first little bird just started singing behind my tent, the sun is about to rise, red,red dust is everywhere and Darwin´s getting closer.
Mi sembra assurdo ed al contempo fantastico che mi trovi finalmente qui, a campeggiare nel deserto, dopo tutto il tempo passato ad immaginare questo momento. Ad aspettare di inoltrarmi in questa rossa polvere che t invade dappertutto. It feels good.. “
Nessun commento:
Posta un commento