Una nota sul mio diario di viaggio, datata 2 maggio, recita queste parole: “Fisso la mia enorme mappa dell´Australia per ore, sedendo su questo freddo pavimento inospitale, immaginando il tratto nero che traccerò con il mio pennarello quando avrò battuto la strada fino a Darwin”. leggendole ricordo I difficili momenti ad Emerald quando negli ultimi giorni cercavo pazzamente di trovare una soluzione ed una via d´uscita da quel posto senza dover per forza prendere un aereo.
“ Crazy planning.
È dagli ultimi quattro o cinque giorni che sto lavorando più di tredici ore giornaliere. Pulizie la mattina, turni da cameriera a pranzo e cena, e dietro al bar quando la cucina chiude. Per un paio di giorni mi sono riuscita a intrufolare in cucina improvvisandomi pizzaiola nel cercare di far vedere agli australiani come si fa, ma ho rinunciato subito dopo aver visto la considerevole quantità di “barbeque sauce” che mi facevano spalmare sulla pizza anche dopo aver cercato di renderla decente con un paio di Verdi foglioline di basilico. Tuttavia me ne importa assai poco poiche era oggi il mio ultimo turno di lavoro. E´notte, e tardi, dormiro per l ultima volta nella mia casetta ad Emerald, nel mio grande letto ad una piazza e mezza. In un paio d ore mi dovro svegliare, rimettere insieme lo zaino e con la mia torcia pedalare fino alla stazione. Li un bus mi aspettera fino alle 5.45 per portarmi a Mackay, e lasciare questo posto per sempre. Goodbye Emerald.”
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