Riattirata nella realta' dalla seconda sveglia, quella di sicurezza, ho raccolto le forze e nel buio mi sono preparata ad un nuovo giorno nel fango, trovando energia nel pensiero delle allegre cantate che si sarebbero alzate tra le file di vigneti quando coetanei di mille nazionalita' che si trovano nella stessa barca, stringono amicizia piu' facilmente, e con grande spensieratezza.
Oggi lasciamo Cessnock. Stiamo avendo un po' di problemi con i datori di lavoro, poiche' hanno chiamato troppa gente rispetto a quella necessaria e anziche' lavorare tanto quanto si doveva, molte giornate vengono spese reclusi in campeggio, perdendo tempo e soldi nell' attesa di risposte certe che cambiano ogni giorno. Tuttavia ho ricevuto ieri l'ultima paga, ed aggiungere altri 500 dollari al mio taschino un po' scarso non e' stato mica poi cosi' male!!
Dopo aver impiegato la mattina intera a riordinare quel casino incredibile di cibo, immondizia e oggetti qualunque che si era formato tra il furgone e le tende, finalmente abbiamo girato i tacchi. Lavoro non ce n'era piu' ed il posto non aveva piu' nulla di attraente per noi..perche' non andarsene? La situazione era piuttosto drastica: stavamo dando di matto tutti quanti...chi ogni tanto urlava e si sfogava a caso, chi scoppiava in risate isteriche,chi stava diventando paranoico. Bisogna scappare da questo posto!! Ebbene, una nuova esperienza per me, ma non per Goran ,che gia’ aveva lavorato nelle vigne neozelandesi. Pur sfiduciato dal Blenheim Blues, che gran parte di coloro che stanno leggendo conoscono,decide di riprovarci concludendo solamente una nuova versione del pezzo, che diventa famoso tra tutti gli altri backpackers che lavorano insieme a noi come il “Cessnock Blues”.
Ammetto comunque che Cessnock rimarra' nei miei ricordi per le nuove esperienze, gioie e malumori; bevute, risate, ed un milione di nuove conoscenze straniere. Ora pero', via verso New Castle! Goran, Paul, io, e Roxanne the red van.
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